"Molti
sostengono oggi, come me, che la parte più importante della vita non è quella
che corrisponde agli studi universitari, bensì il primo periodo, che si estende
dalla nascita ai sei anni, perché proprio in questo periodo si forma
l'intelligenza, il grande strumento dell'uomo."[1]
Sin dal primo momento in cui apre i suoi
occhi sul mondo il bambino è un attivo ricercatore; egli riceve dall'ambiente
impressioni sensoriali e immediatamente le incamera appropriandosi
inconsapevolmente di tutto ciò che lo circonda. Questa particolare forma
mentale tipica del bambino è definita da Maria Montessori "mente
assorbente" ed ha delle caratteristiche specifiche che la distinguono
nettamente dalla mente dell’adulto.
"La nostra
mente, così com’è, non arriverebbe là dove arriva il bambino; per una conquista
come quella del linguaggio è necessaria una forma di mente diversa; e questa
forma appunto possiede il bambino: un tipo d’intelligenza diversa dalla nostra.
Potremmo dire che noi acquisiamo le conoscenze con la nostra intelligenza,
mentre il bambino le assorbe con la sua vita psichica. Semplicemente
continuando a vivere il bambino impara a parlare il linguaggio della sua razza.
E’ una specie di chimica mentale che opera in lui."[2]
Il bambino infatti impara a livello
inconscio, senza che entri in gioco la sua volontà laddove invece per l’adulto
è richiesto un atto di attenzione e volontà cosciente; il bambino impara
semplicemente vivendo, l’apprendimento è per lui una creazione naturale
attraverso le esperienze di vita, mentre per l’adulto richiede l’utilizzo del
pensiero logico razionale. Ecco quindi che nel bambino il processo di
apprendimento è gioia e leggerezza laddove per l’adulto è invece fonte di
fatica, sforzo e disciplina.
"Se io vi
dicessi che vi è un pianeta dove non esistono scuole non maestri, nessuna necessità
di studiare, e dove, vivendo e passeggiando, senza altra fatica gli abitanti
giungono a conoscere ogni cosa e a fissare saldamente nel loro cervello
l’intero sapere, non vi parrebbe questa una bella fiaba? Ebbene questo, che
suona così fantastico da parere invenzione di una fertile immaginazione, è un
fatto, una realtà; perché questo è il modo di imparare del bambino inconscio."[3]
Tutto ciò che il bambino assimila
attraverso la mente assorbente viene registrato nel profondo della sua mente
divenendo parte di lui, attraverso un processo che in qualche modo lo
trasforma; le impressioni non soltanto penetrano nella sua mente ma la formano.
Maria Montessori denominava questo processo incarnazione poiché tutto ciò che
circonda il bambino: usi costumi, sapori, odori, comportamenti, vanno a formare
il suo carattere e la sua personalità, diventano perciò parte della sua carne.
Nel primo periodo della sua vita il bambino compie quel passo che conduce dal
nulla a qualche cosa; egli crea non solo il linguaggio e il movimento ma tutto
ciò che diverrà parte del suo carattere e della sua personalità. Durante il
processo di assorbimento la mente del bambino sceglie, seleziona, associa,
distingue, confronta e attraverso questo processo le informazioni acquisite si
fissano nel suo organismo vivente divenendo la guida per la formazione del
carattere individuale. Come in una sorta di mimetismo animale il bambino assorbe
nel proprio corpo le apparenze dell'ambiente che lo circonda.
"Egli assorbe
l’ambiente e si trasforma in armonia con esso come fanno gli insetti con i
vegetali che li sostengono. Le impressioni che il bambino riceve dall’ambiente
sono così profonde che per una certa trasformazione biologica o psico chimica
egli finisce con l’assomigliare all’ambiente stesso. I bambini diventano come
la cosa che amano."[4]
La mente assorbente è particolarmente
attiva dalla nascita ai tre anni, durante i quali il bambino prepara
inconsapevolmente, come un piccolo operaio dell’umanità, i caratteri della
specie ed individuali. Le neuroscienze hanno confermato le intuizioni di Maria
Montessori, constatando come proprio durante questi primi tre anni vi sia anche
la maggiore e più significativa crescita della rete neuronale umana.
"Gli psicologi
affermano che se paragoniamo la nostra abilità di adulti a quella dei bambini,
ci occorrerebbero sessanta anni di duro lavoro per raggiungere ciò che il
bambino ha raggiunto nei suoi primi tre anni."[5]
Dai tre ai sei anni i poteri della mente
assorbente inconscia vanno progressivamente scemando mentre avanza
l’organizzazione della mente cosciente. Infatti se nel primo periodo (0-3) la
costruzione del bambino è avvenuta tramite l’assorbimento inconsapevole
dell’ambiente, nel secondo periodo (3-6) si svolge attraverso la sua
esplorazione consapevole e la mano rappresenta lo strumento per lo sviluppo
dell’intelligenza e del carattere.
"Il bambino è
diretto da una grande potenza misteriosa, meravigliosamente grande, che a poco
a poco egli incarna; diventa così uomo e si fa uomo per mezzo delle sue mani,
per mezzo della sua esperienza: prima attraverso il giuoco e poi attraverso il
lavoro. Le mani sono lo strumento dell’intelligenza umana."[6]
La grande scoperta di Maria Montessori fu
proprio la potenza della mano:
"In realtà si
direbbe che lo scopo dell'intelligenza sia il lavoro delle mani; poiché se
l'uomo avesse ideato solamente il linguaggio parlato per comunicare con i suoi
simili, e la loro sapienza si fosse espressa solamente in parole, nessuna
traccia sarebbe rimasta delle stirpi umane che ci precedettero: grazie alle
mani che hanno accompagnato l’intelligenza si è creata la civiltà: la mano è
l’organo di questo immenso tesoro dato all’uomo."[7]
Gli studi condotti sulla mente assorbente
del bambino portarono Maria Montessori a concepire un nuovo modello educativo.
In netta contrapposizione con i metodi educativi tipici della sua epoca, che
consideravano il bambino un essere piccolo, debole, vuoto e inconsistente Maria
Montessori definiva il bambino Padre dell’Uomo e Costruttore dell’Umanità.
Nell’ imponente lavoro di costruzione operato dal bambino, il compito
dell’adulto non deve consistere nell’insegnare, bensì nell’aiutare la mente
assorbente nel suo processo di sviluppo.
"Quando si
comprenda che queste energie appartengono a una mente inconscia, la quale deve
farsi cosciente attraverso il lavoro e l'esperienza acquisita nell'ambiente,
quando ci renderemo conto che la mente infantile è diversa dalla nostra, che
non possiamo raggiungerla con l'insegnamento verbale, che non possiamo intervenire
direttamente nel passaggio dall'inconscio alla coscienza, e in quello della
costruzione delle facoltà umane, allora tutto il concetto di educazione
cambierà e diverrà quello di un aiuto alla vita del bambino, allo sviluppo
psichico dell'uomo, e non imposizione a ritenere idee e parole nostre."[8]
Dobbiamo quindi concepire l’opera di educazione come un aiuto alla vita e
al suo naturale sviluppo.
[1] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.22
[2] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.25
[3] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.26
[4] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.104
[5] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.5
[6] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.27
[7] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.150
[8] Maria Montessori, La
mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.28