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lunedì 14 febbraio 2022

Le basi della psico-pedagogia Montessori | I periodi sensitivi

 La scoperta dei periodi sensitivi si deve allo scienziato olandese Hugo De Vries, che si occupò della metamorfosi del bruco che diventa farfalla. La definizione è usata da Maria Montessori per identificare, nello sviluppo psicologico del bambino, periodi in cui egli è guidato da particolari spinte interiori verso alcune attività ed apprendimenti che non si potranno verificare in nessun altra età.




La teoria dei periodi sensitivi è uno dei cardini della pedagogia Montessoriana e determina la differenza tra l’adulto e il bambino, ma anche la forma che deve assumere un’educazione capace di liberare le energie creative dell’infanzia. Maria Montessori afferma che la natura conduce il bambino ad un’autocorrezione e attraverso energie potenziali egli può costruire il suo mondo. Il bambino porta dentro di sé delle sensibilità speciali che Maria Montessori chiama Periodi Sensitivi.

 

“Si tratta di sensibilità speciali, che si trovano negli esseri viventi in via dei evoluzione e cioè negli stati infantili, sono passeggere e si limitano all’acquisto di un determinato carattere: una volta sviluppato il carattere, la sensibilità finisce: e così ogni carattere si stabilisce con l’aiuto di un impulso, di ogni possibilità passeggera”.[1]

 

E’ l’acquisto di un determinato carattere: in questo periodo sensitivo tutto avviene attraverso una Spinta Animatrice, senza intenzionali e volontari sforzi razionali, ma per il semplice fatto di vivere con semplicità, con gioia, senza stancarsi, il bambino fa acquisti spirituali da cui dipenderà tutta la sua vita futura.

 

“Ma se il bambino non ha potuto agire secondo le direttive del suo periodo sensitivo, l’occasione di una conquista naturale è perduta per sempre”[2].

 

I periodi sensitivi sono istinti guida periodici o passeggeri che spingono il bambino al raggiungimento di una determinata attività, la quale differisce da quella dell’adulto, a volte in modo evidente.

 

“Durante il suo sviluppo psichico il bambino fa delle conquiste che sono miracolose ed è solo l’abitudine di vedere sotto i nostri occhi il miracolo che ci rende spettatori insensibili. Ma come mai il bambino venuto dal nulla si orienta in questo mondo complicato?”[3]

 

“Il bambino fa i suoi acquisti nei periodi sensitivi, che si potrebbero paragonare ad un faro acceso che illumina interiormente, ovvero ad uno Stato Elettrico che dà luogo a dei fenomeni attivi.”[4]

 

“Ma quando una di queste passioni psichiche si è spenta, altre fiamme si accendono e così l’infanzia passa da conquista in conquista, in una continua Vibrazione Vitale che tutti abbiamo riconosciuto chiamandola gioia, felicità infantile. E’ in questa bella Fiamma Spirituale che arde senza consumare, che si adempie l’opera creativa del mondo spirituale dell’uomo.”[5]

 

Talvolta i periodi sensitivi possono chiarire alcuni capricci infantili, ma non tutti, perché vi sono cause diverse. I capricci del periodo sensitivo sono espressioni esterne di bisogni insoddisfatti, allarme di una condizione errata di un pericolo e spariscono se vi è stata la possibilità di comprenderli e soddisfarli.

I Periodi Sensitivi si distinguono in: ordine, movimento, linguaggio e amore per l’ambiente.

 



[1] Maria Montessori, Il segreto dell'infanzia, Garzanti Editore, Novembre 2017, pag.52

[2] Maria Montessori, Il segreto dell'infanzia, Garzanti Editore, Novembre 2017, pag.54

[3] Maria Montessori, Il segreto dell'infanzia, Garzanti Editore, Novembre 2017, pag.54

[4] Maria Montessori, Il segreto dell'infanzia, Garzanti Editore, Novembre 2017, pag.55

[5] Maria Montessori, Il segreto dell'infanzia, Garzanti Editore, Novembre 2017, pag.55

domenica 16 gennaio 2022

Le basi della Psico-Pedagogia Montessori - La mente assorbente

"Molti sostengono oggi, come me, che la parte più importante della vita non è quella che corrisponde agli studi universitari, bensì il primo periodo, che si estende dalla nascita ai sei anni, perché proprio in questo periodo si forma l'intelligenza, il grande strumento dell'uomo."[1]


Sin dal primo momento in cui apre i suoi occhi sul mondo il bambino è un attivo ricercatore; egli riceve dall'ambiente impressioni sensoriali e immediatamente le incamera appropriandosi inconsapevolmente di tutto ciò che lo circonda. Questa particolare forma mentale tipica del bambino è definita da Maria Montessori "mente assorbente" ed ha delle caratteristiche specifiche che la distinguono nettamente dalla mente dell’adulto.

 

"La nostra mente, così com’è, non arriverebbe là dove arriva il bambino; per una conquista come quella del linguaggio è necessaria una forma di mente diversa; e questa forma appunto possiede il bambino: un tipo d’intelligenza diversa dalla nostra. Potremmo dire che noi acquisiamo le conoscenze con la nostra intelligenza, mentre il bambino le assorbe con la sua vita psichica. Semplicemente continuando a vivere il bambino impara a parlare il linguaggio della sua razza. E’ una specie di chimica mentale che opera in lui."[2]

 

Il bambino infatti impara a livello inconscio, senza che entri in gioco la sua volontà laddove invece per l’adulto è richiesto un atto di attenzione e volontà cosciente; il bambino impara semplicemente vivendo, l’apprendimento è per lui una creazione naturale attraverso le esperienze di vita, mentre per l’adulto richiede l’utilizzo del pensiero logico razionale. Ecco quindi che nel bambino il processo di apprendimento è gioia e leggerezza laddove per l’adulto è invece fonte di fatica, sforzo e disciplina.

 

"Se io vi dicessi che vi è un pianeta dove non esistono scuole non maestri, nessuna necessità di studiare, e dove, vivendo e passeggiando, senza altra fatica gli abitanti giungono a conoscere ogni cosa e a fissare saldamente nel loro cervello l’intero sapere, non vi parrebbe questa una bella fiaba? Ebbene questo, che suona così fantastico da parere invenzione di una fertile immaginazione, è un fatto, una realtà; perché questo è il modo di imparare del bambino inconscio."[3]

 

Tutto ciò che il bambino assimila attraverso la mente assorbente viene registrato nel profondo della sua mente divenendo parte di lui, attraverso un processo che in qualche modo lo trasforma; le impressioni non soltanto penetrano nella sua mente ma la formano. Maria Montessori denominava questo processo incarnazione poiché tutto ciò che circonda il bambino: usi costumi, sapori, odori, comportamenti, vanno a formare il suo carattere e la sua personalità, diventano perciò parte della sua carne. Nel primo periodo della sua vita il bambino compie quel passo che conduce dal nulla a qualche cosa; egli crea non solo il linguaggio e il movimento ma tutto ciò che diverrà parte del suo carattere e della sua personalità. Durante il processo di assorbimento la mente del bambino sceglie, seleziona, associa, distingue, confronta e attraverso questo processo le informazioni acquisite si fissano nel suo organismo vivente divenendo la guida per la formazione del carattere individuale. Come in una sorta di mimetismo animale il bambino assorbe nel proprio corpo le apparenze dell'ambiente che lo circonda.

 

"Egli assorbe l’ambiente e si trasforma in armonia con esso come fanno gli insetti con i vegetali che li sostengono. Le impressioni che il bambino riceve dall’ambiente sono così profonde che per una certa trasformazione biologica o psico chimica egli finisce con l’assomigliare all’ambiente stesso. I bambini diventano come la cosa che amano."[4]

 

La mente assorbente è particolarmente attiva dalla nascita ai tre anni, durante i quali il bambino prepara inconsapevolmente, come un piccolo operaio dell’umanità, i caratteri della specie ed individuali. Le neuroscienze hanno confermato le intuizioni di Maria Montessori, constatando come proprio durante questi primi tre anni vi sia anche la maggiore e più significativa crescita della rete neuronale umana.

 

"Gli psicologi affermano che se paragoniamo la nostra abilità di adulti a quella dei bambini, ci occorrerebbero sessanta anni di duro lavoro per raggiungere ciò che il bambino ha raggiunto nei suoi primi tre anni."[5]

 

Dai tre ai sei anni i poteri della mente assorbente inconscia vanno progressivamente scemando mentre avanza l’organizzazione della mente cosciente. Infatti se nel primo periodo (0-3) la costruzione del bambino è avvenuta tramite l’assorbimento inconsapevole dell’ambiente, nel secondo periodo (3-6) si svolge attraverso la sua esplorazione consapevole e la mano rappresenta lo strumento per lo sviluppo dell’intelligenza e del carattere.

 

"Il bambino è diretto da una grande potenza misteriosa, meravigliosamente grande, che a poco a poco egli incarna; diventa così uomo e si fa uomo per mezzo delle sue mani, per mezzo della sua esperienza: prima attraverso il giuoco e poi attraverso il lavoro. Le mani sono lo strumento dell’intelligenza umana."[6]

 

La grande scoperta di Maria Montessori fu proprio la potenza della mano:

 

"In realtà si direbbe che lo scopo dell'intelligenza sia il lavoro delle mani; poiché se l'uomo avesse ideato solamente il linguaggio parlato per comunicare con i suoi simili, e la loro sapienza si fosse espressa solamente in parole, nessuna traccia sarebbe rimasta delle stirpi umane che ci precedettero: grazie alle mani che hanno accompagnato l’intelligenza si è creata la civiltà: la mano è l’organo di questo immenso tesoro dato all’uomo."[7]

 

Gli studi condotti sulla mente assorbente del bambino portarono Maria Montessori a concepire un nuovo modello educativo. In netta contrapposizione con i metodi educativi tipici della sua epoca, che consideravano il bambino un essere piccolo, debole, vuoto e inconsistente Maria Montessori definiva il bambino Padre dell’Uomo e Costruttore dell’Umanità. Nell’ imponente lavoro di costruzione operato dal bambino, il compito dell’adulto non deve consistere nell’insegnare, bensì nell’aiutare la mente assorbente nel suo processo di sviluppo.

 

"Quando si comprenda che queste energie appartengono a una mente inconscia, la quale deve farsi cosciente attraverso il lavoro e l'esperienza acquisita nell'ambiente, quando ci renderemo conto che la mente infantile è diversa dalla nostra, che non possiamo raggiungerla con l'insegnamento verbale, che non possiamo intervenire direttamente nel passaggio dall'inconscio alla coscienza, e in quello della costruzione delle facoltà umane, allora tutto il concetto di educazione cambierà e diverrà quello di un aiuto alla vita del bambino, allo sviluppo psichico dell'uomo, e non imposizione a ritenere idee e parole nostre."[8]

 

Dobbiamo quindi concepire l’opera di educazione come un aiuto alla vita e al suo naturale sviluppo.

 



[1] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.22

[2] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.25

[3] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.26

[4] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.104

[5] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.5

[6] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.27

[7] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.150

[8] Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti Editore, Febbraio 2018, pag.28