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domenica 7 novembre 2021

I terribili due anni - 10 Consigli per i genitori

Tra i 18 mesi e i 3 anni i bambini attraversano una fase che è ormai comunemente denominata I Terrible two, caratterizzata da una inspiegabile ribellione del bambino che inizia a dire NO a tutto, reagisce male ai divieti sfociando molto spesso in vere e proprie crisi di pianto e di ira che spaventano i genitori.

Perché accade tutto ciò? e come comportarsi?

Innanzitutto è bene comprendere che questa fase è molto comune e assolutamente normale; non è tuo figlio che è indemoniato!

Fai un bel respiro, leggi questa vignetta che trovo adorabile e poi ascoltami.


Intorno ai due anni i bambini iniziano a comprendere di essere entità separate dalle figure di riferimento primarie; di essere dotati di gusti propri e di una volontà; di essere persone uniche e irripetibili e questo genera un grande desiderio di scoperta e affermazione della propria individualità. Quei no altro non sono che l'affermazione della personalità del bambino e rispondono ad un'esigenza assolutamente naturale e necessaria. Ma non solo. Assieme alla scoperta della propria individualità il bambino inizia a sperimentare le prime vere frustrazioni, inizia a capire che non sempre le cose vanno come desidera e deve quindi imparare a fare i conti con le emozioni. Rabbia, paura, tristezza, delusione...tutte sensazioni nuove e dirompenti che arrivano come una valanga ed esplodono incontrollate.

Cosa dobbiamo fare quindi?

1 - Innanzitutto essere gentili ed empatici e riflettere sul fatto che spesso e volentieri anche noi adulti facciamo fatica a gestire le emozioni figurarsi un bambino! Parola d'ordine empatia.

2 - Limitare i divieti a ciò che è davvero fondamentale. Troppi no esasperano la frustrazione e generano per reazione un comportamento oppositivo. Meglio dare poche e semplici regole e cercare invece di proporre alternative, ricordando sempre di pensare e parlare in positivo. Avete mai fatto caso a quante volte dite a vostro figlio no in una giornata? provate a contarle e resterete sconvolti. La buona notizia è che possiamo facilmente dimezzare quei no cercando semplicemente di volgere in positivo le nostre affermazioni e cercando delle alternative. "Non lanciare i giocattoli!" si può facilmente trasformare in "Tesoro se vuoi lanciare qualcosa prendiamo la palla e scendiamo in cortile, i giocattoli si possono rompere"

3 - Evitare gli antecendenti: se sapete che le esplosioni di rabbia avvengono sempre in determinate circostanze (ad esempio al supermercato) cercate di cambiare queste circostanze provando a prevederle e prevenirle (ad esempio non portate più il bambino con voi a fare la spesa).

4 - Aiutatelo ad esternare e gestire le emozioni. In questo i libri offrono un validissimo supporto nell'analizzare e comprendere le emozioni. Attraverso un libro il bambino può riconoscersi nel personaggio e rendersi conto di non essere il solo a provare certe sensazioni e soprattutto attraverso la lettura il bambino impara a dare un nome a ciò che prova. Esistono moltissimi libri sulle emozioni e prossimamente vi dedicherò ampio spazio sui miei canali social. Per il momento trovate i miei preferiti sulla mia vetrina Amazon cliccando qui .

5 - Evitate di etichettare il bambino con frasi tipo "Sei una peste" o ancor peggio "Sei cattivo". Le etichette sono parole che si cuciono addosso e iniziano poi a far parte di noi. Le parole hanno un peso non dimentichiamolo. Cerchiamo piuttosto di soffermare l'attenzione su un atteggiamento proponendo alternative costruttive e concentrandoci sull'azione piuttosto che sulla persona. 

6 - Insegnare il valore delle scuse. Tutti sbagliamo ed è importante insegnare ai nostri figli che sbagliare fa parte della vita ed è assolutamente normale ma è fondamentale chiedere scusa quando ci rendiamo conto di aver sbagliato. E questo vale naturalmente anche per mamma e papà. Quante volte ci siamo ritrovati esausti ad urlare contro i nostri figli e poi ritrovarci a piangere sul pavimento del bagno per averli trattati male? beh se ti è capitato sappi che non sei il solo. Capita a tutti i genitori di perdere le staffe talvolta, anche ai più zen, la cosa importante è accettare le nostre fragilità, andare dal nostro bambino di due anni, abbracciarlo e scusarci per il nostro comportamento spiegando quale emozione ci ha sopraffatti e perchè. 

7 - Costruire un rapporto di fiducia con il nostro bambino; un rapporto basato sul dialogo sin da piccolissimo. Il bambino deve potersi sentire libero di esprimere le sue emozioni, anche quelle più difficili che spesso non riesce a comprendere come la tristezza, la rabbia e la delusione. Soltanto in questo modo potremo aiutarlo a dare un nome a quelle emozioni e a fare amicizia con loro.

8 - Esistono innumerevoli attività creative sulle emozioni che io reputo estremamente efficaci. Io le propongo spesso ai miei figli e in molti nidi Montessori vengono lasciate a disposizione dei bambini per calmarsi quando qualche emozione sgradita arriva incontrollata. Prossimamente vi mostrerò qualche attività semplice da fare in casa con i vostri piccoli. Nel frattempo però posso consigliarvi di proporre attività con l'acqua ogni volta che il vostro bambino sembra sul punto di avere una crisi. L'acqua ha un immenso potere calmante e chiarificatore ed è l'elemento che purifica e allontana le energie negative. Provare per credere.

9 - Accettiamo anche le emozioni negative. Impariamo che le emozioni vanno accolte. Tutte. E questo impariamolo anche come adulti. Senza il dolore non esisterebbe la gioia. Senza la noia non ci sarebbe divertimento. Perciò accettiamo anche che di fronte ad una frustrazione il nostro bambino pianga. Accogliamo il dolore. Abbracciamolo. Mostriamo empatia. Anche se ci sembra qualcosa di assurdo. Anche se è disperato perché desiderava un giocattolo e noi abbiamo detto un gentile ma fermo no. Comprendiamo la sua rabbia e la sua delusione, la sensazione di impotenza, l'impossibilità di scegliere, il dover dipendere dalle scelte di altri. Dietro ciò che noi chiamiamo banalmente capriccio si nasconde un oceano di emozioni. Abbracciamole. Perché è soltanto imparando ad accettarle che diventeranno nostre amiche e lentamente imparermo a conviverci amorevolmente. E questo è un esercizio che vale per tutta la vita.

10 - Ricordate sempre che voi siete l'esempio. Lavorate su voi stessi. Sarà il modo migliore di aiutare i vostri figli.

sabato 1 maggio 2021

Perché mio figlio non gioca mai da solo?

 Una delle domande che ricevo più spesso riguarda l'autonomia nel gioco dei bambini.

"Perché mio figlio non gioca mai da solo?"

"Come aumentare la concentrazione del mio bambino?"

"Perché mio figlio non gioca con i giocattoli che acquisto per lui?"

Queste sono soltanto alcune delle domande che assillano molte mamme e molti papà che si rivolgono a me per un consiglio.



Direi che innanzitutto dobbiamo fare un po' di chiarezza sul gap esistente tra le nostre aspettative e la realtà: sappiate che nella maggioranza dei casi la capacità dei bambini di concentrarsi, nei primi 5 anni della loro vita, non supera i 5 minuti consecutivi: questo giusto per darvi un quadro della normalità. Se vostro figlio di 2 anni inizia un'attività e la abbandona dopo uno o due minuti è assolutamente nella norma e ciò non vuol dire che in quei due minuti non possa aver vissuto un momento di concentrazione. Bisogna partire dall'assunto che la percezione del tempo dei bambini è molto diversa da quella di noi adulti. Detto ciò indubbiamente vi sono dei bambini che hanno una maggiore autonomia e capacità di restare concentrati su alcune attività per tempi eccezionalmente lunghi. Ma questo da cosa dipende? 

AMBIENTE - Non dimentichiamo mai che l'ambiente è maestro e il bambino apprende assorbendo dall'ambiente circostante. I bambini cresciuti in famiglie estremamente tranquille, intellettuali, silenziose con genitori impegnati in attività contemplative, spirituali, artistiche inevitabilmente saranno più portati a sviluppare tali capacità. Al contrario bambini che vivono in realtà estremamente dinamiche avranno molta più difficoltà a rimanere fermi su un'attività statica ma invece molto più portati per il gioco dinamico e all'aperto. Altra cosa fondamentale alla concetrazione è non interrompere il bambino, non anticiparlo e non intervenire nell'attività quando non strettamente necessario, favorendo un ambiente tranquillo nel quale possa sentirsi libero di lavorare senza sentirsi giudicato.

INTERESSE - Come sempre la parola d'ordine è Osservare. Per fare in modo che vostro figlio rimanga più tempo su un'attività dovete capire esattamente di cosa ha bisogno e quale sia il suo interesse del momento. Ad esempio se mio figlio in questa fase della sua vita è particolarmente attratto dagli animali, per fare in modo che le attività funzionino e richiamino il suo interesse punterò sul tema degli animali declinandolo in tanti modi differenti: puzzle a tema animali, incastri raffiguranti animali, nomenclature classificate di animali, libri sugli animali, gioco destrutturato con qualche pezzo madre che raffiguri i suoi animali preferiti, costruzioni a tema animale e così via. Individuare il tema è la chiave di volta per far funzionare le attività proposte, ma l'unico modo per individuarlo è conoscere vostro figlio e capire di cosa ha bisogno in quel momento. Qui mi sento anche di specificare che l'interesse del bambino potrebbe essere quello di esplorare e quindi andare in giro per la casa aprendo sportelli e cassetti e tirando fuori tutto. E' perfettamente normale ed è un'attività che va assecondata e incoraggiata. In quei momenti il bambino sarà molto più interessato agli oggetti di vita quotidiana rispetto ai giocattoli. Noi come sempre osserviamo aiutandolo poi a riordinare una volta terminata l'attività. 

ASPETTATIVE - Ricordiamo che i social non ci mostrano tutta la realtà e spesso neanche quella parziale. Che molti profili presentano video montati e artefatti per far sembrare tutto perfetto ma quella non è la verità. Non esistono bambini perfetti e bambini che giocano sempre da soli. E soprattutto non paragonate mai un bambino all'altro perché ogni essere è unico e speciale. Concentratevi su vostro figlio e cercate di capire come aiutarlo nello sviluppo delle sue straordinarie e uniche peculiarità.

MINIMALISMO - Indubbiamente i figli di famiglie minimaliste hanno una maggiore capacità di concetrazione rispetto ai bambini che possiedono centinaia di giocattoli. In un mondo come quello nel quale viviamo oggi, schiavi del consumismo, il più grande regalo che possiamo fare ai nostri figli è comprare loro meno giocattoli. Troppi giochi non solo deconcentrano ma non insegnano al bambino il valore degli oggetti e la cura delle proprie cose. Un bambino con 10 giocattoli li amerà tutti moltissimo e tutti quei 10 giochi saranno i suoi preferiti. Imparerà a prndersene cura perché ne conoscerà il valore e si impegnerà ad aggiustarli quando si romperanno. Ricordate che i bambini non nascono consumisti invasati, siamo noi che li trasformiamo in tali giungendo a scenate isteriche davanti all'edicola di turno perché ci siamo rifiutati di acquistare l'ennesimo pupazzetto di plastica che tempo una settimana finirà in discarica inquinando la nostra Terra per sempre. Se vogliamo che nostro figlio passi più tempo con i suoi giochi dobbiamo metterne a disposizione di meno, non di più. Senza dimenticare che meno giocattoli portano il bambino a sviluppare immaginazione e fantasia creando sempre nuovi modi di utilizzare lo stesso materiale.

ATTRARRE - Se un giocattolo non viene mai scelto dai vostri figli, molto probabilmente non è stato proposto nel giusto modo. Forse non avete scelto la giusta posizione nello spazio, forse dovete creare una piccola storia intorno che dia un primo imput, forse non siete stati capaci di attrarre il bambino su quelle caratteristiche che hanno colpito voi e per le quali avete deciso di portare a casa quell'oggetto. Un buon modo per richiamare l'attenzione del bambino su un giocattolo è prenderlo e iniziare a giocarci voi da soli mostrando grande interesse e soddisfazione nel farlo. Il bambino quasi sicuramente ne sarà attratto e vorrà quindi prenderlo. In questo caso ditegli gentilmente di attendere il suo turno e quando avrete finito potrà prenderlo lui, oppure proponetegli di giocare insieme.

Spero di avervi fornito qualche spunto utile per aiutare il naturale sviluppo dei vostri bambini. Grazie per il vostro tempo e come sempre rimango a disposizione su tutti i miei social per eventuali dubbi o chiarimenti.

Qui troverai una selezione di libri per aiutarti nel difficile ma meraviglioso lavoro di genitore.


venerdì 13 settembre 2019

Gestire i capricci col metodo Montessori

Per cominciare vi propongo un libro, perché i libri sanno parlare al nostro cuore come null'altro, specie i libri illustrati come questo - quelli cioè capaci di toccare le corde del cuore.


Questo è un libro che vi ricorderà sempre che sì i figli a volte ci esasperano, ma che esiste uno spazio tra il nostro istinto e la nostra reazione ed è su quello spazio che come genitori dobbiamo lavorare.
Se vuoi approfondire trovi il libro qui
E adesso andiamo avanti.
Partiamo dal presupposto che il titolo di questo post non è di per sé corretto in quanto Maria Montessori riteneva che i capricci non esistessero e inoltre non amava che la sua pedagogia scientifica venisse definita metodo, poiché non esiste un metodo univoco e giusto di crescere bambini tutti unici e diversi tra loro.
Ma allora perchè l'ho scritto?
Per dare risposta alle decine di richieste che ricevo da genitori disperati alla ricerca di risposte autorevoli per gestire le crisi dei propri figli, genitori che spesso mi chiedono lumi proprio sul metodo Montessori.

Trovate sempre il tempo di spiegare ai vostri figli perché sbagliano e non esitate a chiedere loro scusa quando sbagliate voi

Come dicevo Maria Montessori non credeva nei capricci; lei riteneva che quelli che gli adulti generalmente definiscono tali altro non sono che espressioni di rivolta di una personalità repressa. Alla base della psico pedagogia montessoriana vi è il rispetto che l'adulto deve portare verso il bambino, ascoltandolo e cercando di comprendere i suoi bisogni, che sono molto diversi da quelli dell'adulto.
Il mondo del bambino è un mondo senza tempo, un mondo meraviglioso dominato dall'incanto per le più piccole cose. Spesso ad innescare un capriccio è proprio l'impazienza della vita quotidiana dell'adulto che non ha il tempo, ma più spesso neanche la voglia di ascoltare i bisogni del proprio bambino. 
Mi è capitato di vedere genitori urlare per la strada ai propri figli di sbrigarsi quando i piccoli erano concentrati nell'osservazione di un gruppo di formichine a lavoro su un marciapiede. Chiaro che ci sono impegni nella vita di tutti noi che vanno rispettati, ma molto spesso potremmo concedere ai nostri bambini il tempo di osservare qualcosa che interessa loro senza portarli via di forza, oppure lasciargli la libertà di indossare gli abiti che desiderano o di mangiare ciò che più gli piace. 
Chiaramente per fare questo occorre una cosa che pochi adulti mettono in pratica, ossia osservare i propri figli e non creare gli antecedenti.
Tutti noi sappiamo cosa innesca il capriccio nei nostri figli: può essere l'ovetto di cioccolato che devono assolutamente comprare ogni volta che entrano al supermercato, gli abiti che scegliamo per loro che non sono graditi, l'odio per il bagnetto, difficoltà a tavola, desiderio di correre in mezzo alla strada incuranti dei pericoli circostanti e chi più ne ha più ne metta!
Iniziamo specificando che molti di questi capricci sono causati direttamente dai genitori (chi ha abituato il bambino a comprare l'ovetto al supermercato?) e avrebbero quindi facilmente potuto essere evitati; ma in qualsiasi caso una volta individuati i motivi principali che scatenano il capriccio cercate innanzitutto di evitare l'antecedente. 
Il supermercato così come altri negozi in generale e peggio ancora i centri commerciali non sono luoghi consoni ai bambini piccoli; è molto difficile per loro comprendere che non tutto si può avere e toccare e l'eccitazione di luoghi chiusi e affollati non aiuta la comunicazione né la sedimentazione di un insegnamento. Ecco quindi che invece di portare vostro figlio a fare shopping potreste portarlo a giocare all'aperto riservando la spesa ad un momento nel quale potete andare con calma e lasciarlo con un nonno o con il papà a fare attività più giuste per lui. Quando il bambino avrà superato l'età critica, in genere tra i 3 e i 4 anni allora sarà pronto ad aiutarvi a fare la spesa senza gettarsi a terra se direte no al pacco delle merendine spiegando il motivo per cui non le acquistate (amore noi non compriamo le merendine perché  cibi confezionati inquinano l'ambiente e fanno male alla salute, ma se vuoi dopo andiamo a casa e prepariamo insieme una bella torta così poi stasera la mangiamo tutti insieme a tavola). 
La stessa cosa è applicabile a tutte le altre problematiche; se vostro figlio vuole scegliere i propri abiti coinvolgetelo nell'aquisto e componete una capsule wardrobe di capi che possa scegliere tranquillamente senza il vostro intervento. Non portatelo in negozi firmati se poi non potete permettervi di acquistare nulla e non ingolfate l'armadio di abiti che poi non potrà indossare (evitate di tenere nell'armadio gonne di tulle se poi dovete obbligare la vostra bambina ad indossare la tuta!). 
Molte mamme mi scrivono che i figli detestano fare il bagnetto e si disperano ogni volta; questo mi dispiace molto perché il bagnetto è invece un momento di grande relax per i piccoli. Cercate di capire cosa non va. Mia figlia ad esempio detesta il doccino, così io le lavo i capelli sotto il getto del lavandino che lei chiama la cascata; vuole scegliere da sola il profumo del proprio sapone e ama lavarsi senza aiuto, quando finisce io le chiedo se posso controllare e insaponare meglio nei punti dove non è arrivata. Ci vuole sempre rispetto, ricordiamo che i figli non sono una nostra proprietà ma persone a tutti gli effetti con una propria personalità.
Altro argomento molto discusso e richiesto negli scorsi mesi è stato dedicato alle vacanze e ai viaggi. Come fare un viaggio con un bambino piccolo? si può? e se pianta un capriccio ogni secondo?
Anche in questo caso il mio consiglio è quello di adattare la vacanza anche al bambino, prevedendo ritmi lenti che gli consentano di vedere e riposare. Non pretendete che vostro figlio dorma nel passeggino se a casa è abituato a farlo al buoi nel suo lettino. Prevedete inoltre tappe adatte alla sua età; noi durante il nostro viaggio in Alsazia dedicavamo almeno due ore del pomeriggio a portare Stella nel parco della cittadina dove ci trovavamo a giocare con altri bambini. Abbiamo visto certamente meno, ma per lei erano ore fondamentali per poter vivere con gioia la vacanza. 
Quando poi il capriccio si innesca ricordate di non perdere la calma perché violenza chiama violenza. Invitate il bambino a sedersi in un luogo tranquillo e aspettate che si calmi, se necessario abbracciatelo e bloccate eventuali scatti d'ira fisici; poi abbassatevi sempre alla sua altezza e guardandolo negli occhi spiegategli per quale motivo non potete accontentare la sua richiesta e dove ha sbagliato. Ditegli che siete molto dispiaciuti del suo comportamento ma mantenete sempre un tono tranquillo seppur fermo e deciso e soprattutto siate sempre coerenti con le vostre decisioni. 
Se i genitori sono autorevoli ma non autoritari spesso i capricci si placano in breve tempo; è quando il bambino riscontra ambiguità o sente che un dato atteggiamento violento ottiene un risultato che il capriccio si fa strada sedimenta e diventa abitudine.
E se perdete la pazienza? Siete umani e ricordate che capita a tutti! La cosa importante è calmarsi e guardando negli occhi vostro figlio chiedergli scusa per aver alzato la voce o peggio ancora le mani. Anche i papà e le mamme sbagliano, l'importante è riconoscere l'errore e impegnarsi a fare meglio la prossima volta!
Dato che l'argomento è complesso e richiederebbe molto tempo per essere sviscerato vi invito a lasciare un commento su uno dei miei social scrivendo la problematica specifica del vostro bimbo così da istituire una sorta di rubrica che possa essere di riferimento per tutti noi genitori come aiuto e scambio reciproco!
Vi ricordo inoltre che sulla mia pagina Amazon trovate tanti libri di supporto nella sezione Libri per genitori.